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bozza descrizione

Mi chiamo Andrea Antonuccio, classe 1968, vivo ad Alessandria e faccio il giornalista. Mi ritengo un buon conoscitore di arte magica (quella con il trucco), storytelling e teatro.

Attualmente sono il direttore responsabile del settimanale diocesano della mia città, ma in un’altra vita mi sono occupato anche di comunicazione aziendale (nessuno è perfetto).

Nel 2007 ho provato a mettere insieme una vecchia laurea in Scienze politiche, un po’ di esperienze lavorative e le mie passioni. Vale a dire: fare il mago, raccontare storie e vestirmi strano. Su un palco, quando c’era, e davanti a degli estranei. Quando c’erano.

Così ho iniziato a scribacchiare e portare in scena alcuni spettacolini, che ho chiamato un po’ presuntuosamente divertissement, dedicati a personaggi per me significativi.

Ne ho scelti quattro: Hanussen, Rol, Houdini (tre “illusionisti”, ognuno a modo proprio); e Jérôme Lejeune, il pediatra che ha scoperto l’anomalia cromosomica che causa la sindrome di Down.

I primi tre divertissement, i più agevoli, li ho mostrati agli adulti. Quello su Lejeune, il più difficile, l’ho presentato ai bambini.

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Andrea Antonuccio, classe 1968. Vivo ad Alessandria e faccio il giornalista. Mi ritengo un buon conoscitore di arte magica (quella con il trucco), storytelling (qualunque cosa sia) e teatro (dai, qui è chiaro).

Nel 2007 ho provato a mettere insieme una vecchia laurea in Scienze politiche, un po’ di esperienze lavorative e le mie incontenibili passioni.

Vale a dire: fare il mago, raccontare storie e vestirmi strano. Su un palco (quando c’era) e davanti a dei perfetti sconosciuti. Quando c’erano.

Così ho iniziato a scribacchiare e portare in scena alcuni spettacolini, che ho chiamato divertissement, dedicati a personaggi per me significativi.

Ne ho scelti quattro: Hanussen, Rol, Houdini (degli “illusionisti”, ognuno a modo proprio); e Jérôme Lejeune, il pediatra che ha scoperto l’anomalia cromosomica che causa la sindrome di Down.

I primi tre divertissement (i più abbordabili) li ho mostrati agli adulti. Quello su Lejeune, il più difficile, l’ho presentato ai bambini. Che hanno apprezzato.

La mia storia

Andrea Antonuccio, classe 1968. Vivo ad Alessandria e faccio il giornalista. Mi ritengo un buon conoscitore di arte magica (quella con il trucco), storytelling (qualunque cosa sia) e teatro.

Nel 2007 ho provato a mettere insieme una vecchia laurea, un po’ di esperienze lavorative, serie e semiserie, e le mie incontenibili passioni.

Periodo formativo

Negli anni, ho trascorso una settimana con Avner the Eccentrick, ho trasformato i foulard in bacchette magiche, ho recitato per impersonare qualcun altro.

Mi sono messo a raccontare storie, favole, panzane micidiali e avvenimenti reali. Tutto questo su un palco, quando c’era, e davanti a dei perfetti sconosciuti. Quando c’erano.

Pronti, via!

Ho iniziato allora a scribacchiare e portare in scena alcuni spettacolini, che ho chiamato divertissement, dedicati a personaggi per me significativi.

Ne ho scelti quattro: Hanussen, Rol, Houdini (degli “illusionisti”, a modo loro); e Jérôme Lejeune, il pediatra che ha individuato l’anomalia cromosomica che causa la sindrome di Down.

qualcuno ha apprezzato

I primi tre divertissement erano rivolti agli adulti. Il quarto, quello su Lejeune (il più arduo), l’ho presentato ai bambini. Che hanno capito e apprezzato. Da lì, ho deciso di andare avanti. Il “teatrino di Andevino” non c’era ancora: ma un seme era stato piantato.

post scriptum:

chi è Andevino

Quando ero piccolo, mia madre mi chiamava Andevino, rivisitazione diAndreino. Lo fa ancora oggi, ma solo quando le sembro un po’ immaturo. Andevino (ta-dah!) sono io, quindi. A me piace: è il nome perfetto per un teatrino. E mi riporta

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